Prima tappa di Buenos Aires è, la Casa Rosada, centro del potere diventato, per la sua storia e per le proporzioni, un vero monumento nazionale; combinazione di diversi stili, la Casa Rosada è situata nella centrale Plaza de Mayo. Il Teatro Colón è il centro culturale che raccoglie mostre e installazioni, e di sera mette in scena rappresentazioni di grande prestigio. Altra opera artistica è la Catedral Metropolitan dove è sepolto l’eroe dell’indipendenza argentina, José de San Martin.
Il Museo Historia Nacional, con i suoi dipinti, diviene altro luogo culturale d’eccellenza, assieme all’altra perla della città: il Museo del Cine. Qui sono raccolte le pellicole cinematografiche più antiche del paese, con gli abiti usati sui set d’epoca. Creativo e affascinante e quindi da ammirare assolutamente, è anche il Museo de Belles Artes. Per coloro che amano l’architettura, ed in particolare, quella più estrosa e colorata consigliamo un giro nel quartiere di La Boca.
La Boca vanta, infatti, una serie di edifici tutti bizzarri e variopinti, dai colori sgargianti che, di sicuro, non passano inosservato. Ma questo angolo di città non è conosciuto soltanto per la sua eccentricità. La Boca, infatti, fu il quartiere di ritrovo degli immigrati, in particolare dei genovesi e da sempre viene considerato come il centro culturale più dinamico della Capitale. C’è addirittura chi lo chiama “museo a cielo aperto”. La Boca è anche la culla del ballo sud americano più conosciuto ed amato: il tango. Lungo la strada de il Caminito, la via – museo più nota, possiamo ritrovare i famosi “conventillos” palazzi composti da tante stanze intorno ad un patio centrale dove nacquero i primi passi del tango. Le antiche atmosfere dei conventillos vengono riproposte negli spettacoli teatrali del Tango del 900, uno dei più famosi locali di Buenos Aires che vi consigliamo di non perdere.
La passione tanguera la si respira anche in un altro quartiere noto della città, il Buedo. Qui ritroviamo la casa di Homero Manzi il poeta che scrisse il celebre “tango Sur” messo in musica da Hanibal Troilo e che è divenuto nel corso degli anni, il manifesto nostalgico del vecchio sapore argentino.