Quando una caldaia Baxi va in blocco e mostra il codice errore 118, in quasi tutti i modelli questo codice è collegato a un problema di pressione dell’acqua nel circuito di riscaldamento. In pratica la scheda elettronica “vede” una pressione troppo bassa (di solito al di sotto di circa 0,5 bar) o comunque fuori dal range di sicurezza, e per evitare danni o surriscaldamenti decide di fermare il funzionamento della caldaia.
Questo errore non riguarda direttamente il gas o la fiamma, ma il circuito chiuso dove circola l’acqua destinata ai radiatori o al pavimento radiante. Se la pressione è troppo bassa, la pompa non riesce a muovere correttamente l’acqua, lo scambiatore si scalda male e potrebbero innescarsi altri problemi. Per questo la caldaia preferisce “bloccare tutto” e segnalare 118, chiedendo di fatto un intervento dell’utente o del tecnico.
Sui diversi modelli Baxi la grafica del display può cambiare, ma il significato del codice rimane molto simile: errore di pressione, in genere per pressione insufficiente o sensore di pressione che rileva un valore anomalo.
Indice
- 1 Controllo della pressione sul manometro
- 2 Possibili cause della pressione bassa
- 3 Il ruolo del rubinetto di carico (caricare la pressione)
- 4 Quando il caricamento non basta: cadute di pressione frequenti
- 5 Pressione apparentemente corretta ma errore 118 presente
- 6 Il tasto di reset e i limiti del “fai ripartire e basta”
- 7 Quando è il momento di chiamare il tecnico
- 8 Manutenzione periodica per prevenire l’errore 118
- 9 Conclusioni
Controllo della pressione sul manometro
La prima cosa da fare quando compare l’errore 118 è dare un’occhiata al manometro della caldaia. In molti modelli Baxi il manometro è analogico, una piccola lancetta visibile sul frontale o nella parte inferiore, spesso vicino al pannello comandi. In altri casi la pressione viene mostrata direttamente sul display digitale.
A caldaia ferma e impianto freddo, il valore “normale” di pressione per un impianto domestico si aggira in genere tra 1 e 1,5 bar. Se la lancetta è scesa molto sotto 1 bar, e in particolare se si avvicina allo zero, è plausibile che l’errore 118 dipenda proprio da una pressione troppo bassa.
Se invece la pressione appare nella norma, o addirittura alta, la situazione è diversa. In quel caso l’errore potrebbe essere collegato al sensore di pressione, al vaso di espansione o a qualche anomalia più tecnica che richiede l’intervento di un professionista.
In ogni caso, prima di fare qualunque cosa, è fondamentale avere ben chiaro il valore segnato dal manometro e ricordare che si tratta di un circuito chiuso: non si tratta dell’acqua sanitaria dei rubinetti, ma dell’acqua che circola solo dentro radiatori e tubazioni del riscaldamento.
Possibili cause della pressione bassa
Una caldaia che segnala 118 a causa di pressione bassa non è necessariamente “guasta”. La perdita di pressione, nel tempo, è fisiologica per molti impianti. Piccolissime dispersioni, sfiati dell’aria dai radiatori, lavori sull’impianto, microperdite dalle guarnizioni o dal vaso di espansione possono portare a una lenta discesa della pressione.
Spesso l’errore compare proprio all’inizio della stagione fredda, quando si riaccende il riscaldamento dopo mesi di fermo. Nel periodo estivo l’impianto è rimasto spento, l’acqua si è raffreddata, l’aria eventualmente intrappolata nei radiatori ha trovato il suo spazio, il vaso di espansione potrebbe aver perso un po’ di efficacia: al momento della riaccensione la pressione risulta troppo bassa e la caldaia va in blocco.
In altri casi la discesa di pressione è più rapida e può indicare una perdita vera e propria da qualche punto dell’impianto. Possono esserci giunti che trasudano, valvole che gocciolano, radiatori o tubazioni leggermente lesionati. Anche una valvola di sicurezza che ha scaricato acqua per un eccesso di pressione in passato può aver portato a un calo sensibile di pressione.
Esiste infine la possibilità che il problema non sia la reale pressione, ma il modo in cui la caldaia la “vede”: il sensore di pressione (pressostato o trasduttore elettronico) potrebbe essere sporco, ossidato o difettoso. In quel caso la caldaia segnala 118 pur avendo in realtà un circuito correttamente carico.
Il ruolo del rubinetto di carico (caricare la pressione)
In quasi tutte le caldaie murali domestiche è presente un rubinetto di carico, spesso chiamato anche valvola di riempimento o manopola di carico. È il dispositivo che permette di immettere acqua di rete nell’impianto di riscaldamento per riportare la pressione a valori corretti.
Il produttore, nel libretto d’uso, indica dove si trova questo rubinetto e come azionarlo. Su molti modelli Baxi si tratta di una piccola leva o di una manopola, spesso di colore scuro o con un simbolo, situata nella parte inferiore della caldaia, vicino ai raccordi dei tubi. Azionando lentamente il rubinetto, l’acqua di rete entra nel circuito chiuso, e la pressione letta dal manometro inizia a salire.
È fondamentale procedere con calma. L’idea non è “aprire tutto” e sperare che la pressione si sistemi, ma far salire gradualmente il valore, osservando la lancetta o il display. Quando la pressione arriva intorno a 1,2–1,5 bar a impianto freddo, si richiude con decisione il rubinetto di carico. Se si dimentica il rubinetto aperto, la pressione può salire troppo, costringendo la valvola di sicurezza a scaricare acqua e creando un problema opposto.
Un’altra precauzione importante è non caricare mai l’impianto a valori esagerati “per stare tranquilli più a lungo”. Un impianto domestico non è pensato per lavorare a pressioni molto elevate: caricarlo, ad esempio, a 2,5–3 bar a freddo non è una buona idea, perché con l’aumento di temperatura la pressione si alzerà ancora, mettendo in crisi il vaso di espansione e le valvole di sicurezza.
Quando il caricamento non basta: cadute di pressione frequenti
Se dopo avere caricato la pressione correttamente, e aver fatto sparire l’errore 118, la caldaia torna a segnalare lo stesso problema dopo poco tempo, significa che l’acqua da qualche parte se ne sta andando o che il circuito non riesce a “mantenere” la pressione.
Una prima verifica, semplice ma spesso illuminante, è un giro accurato per casa alla ricerca di segni di umidità: sotto i radiatori, lungo le tubazioni a vista, nelle nicchie dei collettori, vicino alla caldaia stessa. Piccole gocce, aloni, macchie sul muro o sul pavimento possono indicare perdite lente ma costanti.
Se l’impianto è completamente a scomparsa, le perdite possono essere invisibili a occhio nudo. In questi casi il controllo diventa più delicato e, spesso, si procede con test di tenuta e pressurizzazione che rientrano nelle competenze di un idraulico o del centro assistenza.
Un’altra causa di cadute di pressione frequenti è il vaso di espansione scarico o danneggiato. Il vaso di espansione è un serbatoio con una membrana e un cuscino d’aria o di gas, pensato per assorbire le dilatazioni dell’acqua quando si scalda. Se il vaso perde il suo cuscino d’aria o si fora, non svolge più il suo compito. Il risultato può essere un comportamento anomalo della pressione: sale molto quando l’impianto è in funzione e scende troppo quando si raffredda. Anche questo tipo di verifica richiede, nella pratica, l’intervento di un tecnico, perché comporta controlli di pressione sul vaso e, a volte, la sua sostituzione.
Pressione apparentemente corretta ma errore 118 presente
Può capitare che il manometro segni una pressione del tutto normale, ad esempio 1,3 bar, e la caldaia mostri comunque l’errore 118. In questo caso i possibili scenari sono diversi.
Una prima possibilità è che il manometro analogico sia bloccato o non più affidabile. Un piccolo residuo può bloccare la lancetta, facendola rimanere ferma su un valore che non corrisponde a quello reale. Se il modello di caldaia dispone anche di lettura digitale della pressione, è utile confrontare i due valori. Differenze evidenti sono un segnale che qualcosa nella strumentazione non va.
Un’altra possibilità è un problema sul sensore di pressione collegato alla scheda elettronica. Se il sensore invia alla scheda un segnale “sballato”, magari perché ossidato o perché la membrana interna è danneggiata, la caldaia interpreterà la situazione come pressione insufficiente anche se il circuito è in realtà a posto.
In questi casi l’utente di solito non può far altro che prendere nota della situazione e rivolgersi all’assistenza tecnica. Tentare di smontare sensori o manometro senza competenze espone al rischio di allagamenti, aria nell’impianto e danni alla caldaia.
Il tasto di reset e i limiti del “fai ripartire e basta”
Quasi tutte le caldaie Baxi moderne hanno un tasto di reset che permette di tentare un riavvio dopo un errore. È naturale, di fronte a un 118, provare a premere questo tasto per vedere se il problema scompare.
Il reset, però, non risolve la causa che ha generato l’errore. Se la pressione è realmente bassa, la caldaia, dopo un breve tentativo di ripartenza, tornerà in blocco. Il reset ha senso solo dopo aver verificato e, se necessario, riportato la pressione in un range corretto.
Continuare a resettare la caldaia senza indagare la causa del problema non solo è inutile, ma può stressare i componenti e, in alcuni casi, mascherare per breve tempo una situazione che andrebbe invece affrontata con cognizione di causa.
Il reset è utile come ultima fase: prima si controlla il manometro, si carica la pressione se serve, si verifica che non ci siano perdite evidenti, e solo dopo si preme il tasto di riavvio per consentire alla caldaia di rileggere la situazione.
Quando è il momento di chiamare il tecnico
Ci sono alcuni segnali che indicano chiaramente che è il momento di smettere con il fai-da-te e rivolgersi a un professionista. Se dopo aver caricato la pressione correttamente la caldaia torna a zero in poco tempo, se vedi acqua dove non dovrebbe esserci, se la caldaia mostra l’errore 118 nonostante la pressione apparentemente corretta, oppure se compaiono contemporaneamente altri codici di errore, è prudente chiedere l’intervento di un centro assistenza Baxi o di un tecnico abilitato.
Un tecnico potrà verificare lo stato del vaso di espansione, controllare il sensore di pressione, valutare l’eventuale presenza di perdite non visibili e testare il funzionamento complessivo della caldaia. Può anche eseguire un’analisi accurata del circuito di riscaldamento, intervenendo su componenti che l’utente non dovrebbe toccare, come valvole interne, collegamenti idraulici e parti della scheda.
È importante ricordare che la caldaia è un generatore di calore a gas o altra fonte energetica, e rientra tra gli apparecchi soggetti a norme di sicurezza precise. Interventi improvvisati, soprattutto sulla parte interna e sulla combustione, possono essere pericolosi.
Manutenzione periodica per prevenire l’errore 118
Molti problemi legati alla pressione e, di conseguenza, l’apparizione periodica dell’errore 118, si possono attenuare o prevenire con una buona manutenzione programmata della caldaia e dell’impianto.
La manutenzione ordinaria della caldaia, eseguita con la cadenza consigliata dal costruttore e dalla normativa, permette al tecnico di controllare non solo il bruciatore e i fumi, ma anche lo stato del vaso di espansione, il corretto funzionamento del sensore di pressione e l’assenza di perdite interne.
Anche l’impianto di riscaldamento può beneficiare di interventi periodici come il lavaggio dei circuiti, lo sfiato dell’aria dai radiatori e il controllo delle valvole. Un impianto pulito, con radiatori ben sfiatati e valvole efficienti, richiede meno ricariche di pressione, stressa meno la caldaia e riduce il rischio di blocchi.
Svuotare parzialmente l’impianto per fare lavori, sostituire radiatori o modificare tubazioni senza poi ripristinare correttamente la pressione e sfiatare l’aria può creare situazioni in cui l’errore 118 diventa frequente. Pianificare questi lavori insieme al tecnico o all’idraulico, e farli seguire da una messa a punto completa, è una buona strategia per evitare problemi.
Conclusioni
Vedere comparire “Errore 118” sulla caldaia Baxi non è piacevole, soprattutto se succede in una giornata fredda. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, questo codice indica un problema relativamente semplice da capire: la caldaia ti sta dicendo che non è più sicura a lavorare con quella pressione d’acqua e si mette in protezione.
La risposta più efficace è non farsi prendere dal panico, ma seguire un percorso logico. Prima si controlla il valore sul manometro; se è basso, si procede, secondo quanto spiegato nel libretto d’uso, a caricare l’impianto con il rubinetto di carico fino a una pressione corretta; si richiude il rubinetto, si asciuga e si controlla che non ci siano perdite evidenti; si sfiatano eventuali radiatori se necessario; infine si esegue un reset per verificare se l’errore scompare.
Se nonostante queste azioni il problema si ripresenta o se emergono sintomi più complessi, entra in gioco la competenza del tecnico, che potrà indagare sensori, vaso di espansione, eventuali perdite e schematiche interne.
Affrontato con ordine e con il giusto rispetto per la sicurezza, l’errore 118 diventa un campanello d’allarme utile, non un dramma: un invito a riportare l’impianto in condizioni corrette, garantendo alla caldaia di lavorare bene e alla casa di rimanere calda in modo affidabile e sicuro.
