Non basta dire parole. Ognuna di loro appartiene a una categoria e funziona diversamente. Conosciamole più da vicino, per sapere come ogni “parte del discorso” entra nella composizione della frase.
Il nome
Il nome o sostantivo , indica persone, animali o cose. Con cose si intendono anche esseri inanimati, sentimenti, idee, azioni. Quindi il sostantivo può essere concreto (libro, pagina) o astratto (cultura, attenzione, razionalità.)
Il nome si declina a seconda del genere (maschile o femminile) e del numero (singolare o plurale).
Il nome può essere comune (città, gioia, filosofia, gatto), proprio (Carlo, Bologna, Grecia, Tevere) o collettivo (gregge, squadra, vasellame…).
L’articolo
L’articolo è quella parte del discorso che, unita al nome, ne indica genere, numero e allo stesso tempo specifica se quel nome è considerato in senso determinato (= articolo determinativo) o indeterminato (=articolo indeterminativo).
Articoli determinativi sono:
maschile: il, lo, l’ / i gli
femminile: la, l’ / le
Articoli indeterminativi sono:
maschile: un, uno
femminile: una, un’ / le
Per dettagli è possibile fare riferimento al sito Linguaegrammatica.com che mette a disposizione una guida completa in questa pagina.
L’aggettivo
L’aggettivo è quella parte del discorso che si unisce al nome per qualificarlo o determinarlo.
Pensando al mare, possiamo qualificarlo come mosso, burrascoso, calmo, inquinato, infinito eccetera.
Il pronome
Il pronome è quella parte del discorso che può sostituire il nome, svolgendone le funzioni.
Ci sono pronomi che sono così per natura, ma ci sono anche aggettivi che usati in un certo modo nella frase assumono il valore di pronomi.
Non resta che fare esempi: tutte le parole in corsivo sono pronomi.
Tued io partiremo subito.
Quale penna vuoi? La rossa.
I miei fratelli sono amici dei tuoi.
Questa fila è sempre più lunga di quella.
Ho ascoltato il disco che mi hai prestato.
Quanti euro hai portato? Settanta
In tutte queste frasi, tranne la prima, i pronomi sottintendevano i nomi, cioè ci hanno permesso di non ripetere il nome due volte.
Il verbo
Il verbo è la parte del discorso che descrive l’azione. Sul verbo si potrebbe dire moltissimo: vorrei avere un ritorno di opinioni sulla reale necessità di approfondirne la classificazione, prima di aggiungere altro materiale.
L’avverbio
L’avverbio. Con l’avverbio iniziano le parti invariabili del discorso, cioè quelle che non hanno flessione (singolare, plurale, maschile, femminile…) ma sono sempre uguali.
L’avverbio è la parte del discorso che attribuisce una qualità, una quantità, una determinazione di luogo o di tempo all’azione del verbo.
Ci sono avverbi
di modo: velocemente, dolcemente…
di tempo: allora, presto
di luogo: qui, là
di quantità: molto, niente, troppo
di valutazione: forse
relativo e interrogativo: dove, perché?
La preposizione
La preposizione è una parte invariabile del discorso molto importante, perché mette in relazione logica tra di loro la maggior parte degli elementi della frase.
Possiamo distinguere tra preposizioni proprie e preposizioni improprie, cioè altre parti del discorso usate con funzione di preposizione, come: secondo, vicino, lungo, mediante, durante, eccetto, tranne, dinanzi, fuori, dentro, sotto, sopra, locuzioni prepositive (per mezzo di, lontano da, a favore di…).
La congiunzione
La congiunzione è la parte invariabile del discorso che serve a congiungere due termini di una frase o due frasi di un periodo o due periodi.
Quanto alla funzione, si distinguono tra coordinative e subordinative. Le prime congiungono tra loro due elementi di una stessa frase o due frasi indipendenti. Le seconde congiungono tra loro due frasi delle quali una dipende dall’altra.
Per coordinazione e subordinazione, guarda anche la sezione Sintassi. Esempi di coordinative: e, o. Esempi di subordinative: perché, inoltre, né, neanche, ovvero, però, invece, tuttavia, infatti, dunque, perciò, allora. sia…sia, no solo…ma anche, né…né.
L’interiezione
L’interiezione o esclamazione è la parte invariabile del discorso che esprime una reazione improvvisa dell’animo: gioia, stupore, paura, sorpresa, fastidio…
Esempi: ah! ahimé!, coraggio! bravo! santo cielo! ehi! evviva! uffa! puah! eccetera.
Molto interessante.